27 febbraio 2017 – Incontro con Luigi Berlinguer, ex ministro dell’Istruzione, al Liceo Scientifico di Jesi

 “Quale scuola per il futuro? Competenze e impegno civile”

Incontro con Luigi Berlinguer, ex ministro dell’Istruzione al Liceo Scientifico di Jesi

«La figura di Luigi Berlinguer costituisce un riferimento politico-culturale di grande rilievo per il mondo scolastico italiano. Egli contribuisce fattivamente al dibattito sulle prospettive dei sistemi di educazione ed istruzione nel nostro paese, forte delle sue passate esperienze di docente e ministro della Pubblica Istruzione. In questa veste propose una radicale e  tutt’ora necessaria riforma dei cicli scolastici, sulla scorta dei  più avanzati modelli internazionali, arenatasi forse a causa di scelte politiche non pienamente consapevoli della dimensione cooperativa delle comunità scolastiche.» Lo ha affermato il dirigente scolastico Emilio Procaccini, che ha voluto la partecipazione dell’Istituto all’incontro con l’on. Luigi Berlinguer, già ministro dell’Istruzione, sabato 25 febbraio, presso l’Aula Magna del Liceo Scientifico di Jesi.

Berlinguer ha incontrato prima gli studenti e poi le istituzioni, precisando l’eterogeneità dei compiti e delle funzioni di docenti, studenti, dirigenti scolastici ed istituzioni ed ha parlato della scuola italiana come motore civile e sociale, come la più grande rivoluzione del ‘900, con l’accesso generalizzato all’istruzione e con il 75% dei ragazzi con il diploma di maturità, contro il 95% dei Paesi europei più evoluti. «Nella maggior parte degli altri Paesi i ragazzi concludono il ciclo di studi superiori a 18 anni, gli studenti italiani a 19  e questa uscita ritardata penalizza il loro futuro accesso al mondo del lavoro.»

Partendo dunque dalla storia del secolo scorso e dalle recenti riforme scolastiche, ha evidenziato positività e limiti del sistema scolastico italiano, secondo lui ancora non completamente adeguato alle richieste sociali e agli standard europei. «Noi siamo convinti di essere la patria della cultura-ha affermato- ma per quanto grande sia la tradizione formativa e il valore degli insegnanti, l’Italia, con l’impianto educativo di questa scuola, è ancora fragile. Perché c’è ancora un’idea di scuola fatta di banchi e cattedre, che in altre parti del mondo non esistono più. Abbiamo una tradizione culturale che ci ha cambiato, ma la nostra è una scuola logocentrica, tutta basata sulla ragione e sulle conoscenze, che permette ai ragazzi che hanno predisposizione per i concetti, le astrazioni, le teorizzazioni, di camminare comunque, ma lascia indietro i molti che si sentono attirati da altro. Nella scuola italiana manca l’arte, perché non è considerata cultura dentro la scuola. Perché si pensa che l’arte non educhi, non sia formativa. Ci sbagliamo. Pensiamo alla musica: per suonare un brano è necessario ripeterlo decine di volte, una fatica immensa, ma i ragazzi lo fanno volentieri, perché c’è la gioia insieme alla fatica. Cosa c’è di più importante del mix fatica/impegno e gioia? Dobbiamo avere una scuola dove si fatica e si studia, ma dove si sta bene insieme, si crea, ci si confronta. A scuola non ci si deve annoiare, sentire il sapere lontano da sé.» Apertura ai saperi artistici e poi una riflessione sulla sinergia scuola-impresa-università: Berlinguer ha spaziato nei temi cruciali della scuola di oggi e di domani, con uno sguardo ai cambiamenti introdotti dalla legge 107, insistendo sulla priorità di formare cittadini, in un cammino di corresponsabilità e partecipazione.

Ha concluso con l’elogio a Maria Montessori, in riferimento alla visita del giorno precedente a Chiaravalle. «È stata una delle più grandi menti che questo Paese abbia partorito, la quale ci ha insegnato come essere protagonisti di se stessi sia la vera libertà.» Infine un pensiero alle Marche e alle zone terremotate, con l’augurio che scuola e lavoro siano i motori da cui ripartire.

Hanno partecipato all’incontro docenti, dirigenti ed ex dirigenti scolastici della Vallesina, i sindaci tra cui Umberto Domizioli (Maiolati Spontini) e Barbara Romualdi (Castelplanio), il consigliere regionale Enzo Giancarli e la presidente della Provincia Liana Serrani, oltre a diversi rappresentanti delle forze dell’ordine.